Hermans W.Genova Carignano - Basilica S. Maria Assunta

Prospetto di facciata, cassa dell´organo e cantoria

Cassa dell´organo "svuotata"

L´organo ad ante chiuse

Particolare dell´anta aperta restaurata

Tastiere in avorio ed ebano, iscrizione

Pedaliera, pedaletti e relative meccaniche

Meccanica ricostruita artigianalmente

Somiere firmato Lingiardi, Organo Espressivo

Canne dell´Organo Espressivo

Canne del Grand´Organo

Gli Organari Paolo e Raffaele Marin con l´amico e M° Organaro Giovanni Mascioni

Hermans W.
Genova
Basilica S. Maria Assunta in Genova Carignano
1656
2011
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Basilica Santa Maria Assunta di Carignano – Genova
Organo costruito originariamente dal gesuita olandese W. Hermans 1656/1660 – Cav. Camillo Guglielmo Bianchi di Novi Ligure 1853 – Fratelli Lingiardi di Pavia 1905.

PREMESSA. Si intende precisare fin d´ora che le opere di restauro effettuate dalla nostra Bottega Organara tra il 2007 e il 2011 sono state appoggiate dall´Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Curia di Genova e seguite dalla Soprintendenza di competenza che si è avvalsa della consulenza esterna del M° Massimo Nosetti; la Committenza inoltre si è servita del parere del Dott. Pier Paolo Donati che ha effettuato un sopralluogo in organo (ancora in fase di restauro) alla presenza di Raffaele e Paolo Marin, dell´Abate Mons. Ruggero Dalla Mutta, del M° Prof. Fabrizio Callai, del dott. Giancarlo Bertagna, dell´Arch. Claudio Montagni. A seguito di tutto ciò, sia il M° Massimo Nosetti, sia il Dott. Pier Paolo Donati, hanno espresso parere favorevole in merito alla linea di restauro proposta dalla Committenza, autorizzata dalla Soprintendenza e regolarmente eseguita dalla Ditta scrivente.

Si precisa inoltre che il lavoro è stato a noi affidato a seguito di una gara d´appalto a cui hanno partecipato la Bottega Organara Dell´Orto e Lanzini di Dormelletto (NO) e i Fratelli Carrara di Rumo (TN).

Eventuali ulteriori “perplessità” in merito al restauro possono essere chiarite e fugate rivolgendosi direttamente agli Organari.

Organo a completa trasmissione meccanica.
2 tastiere di 64 tasti con contro-ottava in sesta. La tastiera inferiore aziona il Grand´Organo, quella superiore l´Organo Espressivo con estensione reale dal DO 2.Tasti diatonici ricoperti in avorio, cromatici in ebano.
Pedaliera a leggio con 20 pedali (DO1 - SI2) con prima ottava scavezza + 1 per Terza Mano.
Sopra la pedaliera nove pedaletti in legno fasciati in ottone azionano: Distacco tasto pedale - Campanelli - Fagotto bassi - Tromba soprani - Corno Inglese soprani - Ottavino soprani - Corni di tuba dolce soprani - Espressione - Tiratutti.
Somieri delle tastiere del tipo a vento.

Registrazione:

GRAND´ORGANO

  • Corni da caccia di tuba dolce nei soprani
  • Cornetto a quattro canne nei soprani
  • Fagotto nei bassi
  • Trombe nei soprani
  • Clarone nei bassi
  • Trombe in sedici piedi nei soprani
  • Corno Inglese nei soprani
  • Violone nei bassi
  • Violetta nei bassi
  • Flagioletto in ottava grave nei bassi
  • Flauto in ottava nei bassi
  • Flauto in ottava nei soprani
  • Flauto in duodecima
  • Flauto traversiere nei soprani
  • Ottavino nei soprani
  • Unione dei due organi
  • Principale nei bassi sull´ordine di 32 piedi
  • Principale nei soprani in sedici piedi
  • Principale nei bassi
  • Principale nei soprani
  • Ottava nei bassi
  • Ottava nei soprani
  • Duodecima nei bassi
  • Duodecima nei soprani
  • Quinta decima e Decima nona
  • Vigesimaseconda
  • Vigesima sesta e Vigesima nona
  • Trigesima terza, Trigesima sesta, Quadrigesima, Quadrigesima terza
  • Contrabbassi con Rinforzi ai pedali
  • Timballi in tutti i tuoni ai pedali
  • Bombarde in sedici piedi ai pedali
  • Voce Umana nei soprani

 

ORGANO ESPRESSIVO

  • Principale 8´
  • Ottava 4´
  • Decima quinta
  • Decimanona Vigesimaseconda
  • Flauto in selva 8´
  • Flauto in ottava
  • Viola 8
  • Fagotto - oboe
  • Voce Umana a lingua
  • Tremolo all´eco

 

Relazione di restauro

Il restauro è stato effettuato dai Fratelli Raffaele e Paolo Marin di Lumarzo (GE), appoggiato dall´Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Curia di Genova e seguito dalla Responsabile di zona Dott.ssa Paola Traversone per la Soprintendenza ai Beni Storici.
A seguito delle operazioni di smontaggio, lo strumento è stato trasportato nella nostra bottega artigiana al fine di essere sottoposto a completo restauro con l’intenzione di riportare il prezioso organo all’antico splendore, ridistribuendo le componenti dell´organo Lingiardi in modo tale da riportare il Grand´Organo Bianchi alla sua completezza e alla sua massima espansione acustica.
Il somiere maestro del tipo a vento con 28 pettini di registro è stato dapprima pulito dalla grande quantità di polveri e depositi, prestando molta attenzione a non compromettere le iscrizioni presenti, poi completamente smontato per permettere il controllo di ogni componente; i 64 ventilabri, liberati dalla vecchia pelle e rettificati sul piano di appoggio con metodologie che non hanno comportato asportazione di essenza, sono stati foderati con nuova pelle e contropelle morbida di agnello per la perfetta tenuta, la spianatura di detti ventilabri e canali di appoggio è avvenuta con l’ausilio di vapore acqueo contemporaneamente a pressione prolungata; le molle di richiamo sono state ripulite quindi liberate dalle ossidazioni presenti, e calibrate nel peso. Le antine di chiusura della secreta sono state impellate a nuovo. I pettini di registro sono stati ripuliti nella parte lignea e metallica, facendogli così riacquistare la giusta scorrevolezza.
Tutte le componenti lignee sono state soggette a trattamento antitarlo con utilizzo di Permetar. Tutte le mollette in ottone che agiscono sui ventilabrini sono state sostituite. Sono stati utilizzati collanti reversibili di origine animale.
I canali del somiere maestro sono stati impermeabilizzati stuccando i fori di tarlo e sigillati con le originali fascette in legno guarnite con pelle di capretto.
Il somiere dell´Organo Espressivo, del tipo a vento con 11 pettini di registro e 56 ventilabri è stato trattato con identiche modalità del somiere maestro così come tutti i somieri ausiliari del tipo a ventilabri.
La pulitura di tutte le componenti è avvenuta secondo la “filosofia conservativa” del non alterare l´essenza del materiale, evitando quindi l´uso di sostanze abrasive e aggressive, prediligendo lo spolveramento e dove necessario l´utilizzo di solventi a base acquosa e comunque a basso impatto.
La classica consolle a finestra è stata coscienziosamente restaurata in tutte le sue componenti; la tastiera è tornata al primitivo funzionamento mediante pulitura dei tasti con acqua e sapone neutro per la copertura, asportazione di depositi per la parte lignea, disossidazione delle punte metalliche, pulitura e consolidamento del telaio, rinnovo dei feltri con nuovi di uguale spessore. Il lasco eccessivo dei tasti è stato abolito agendo sulle punte di guida, i modiglioni laterali in noce sono stati riverniciati con gommalacca applicata a tampone.
Le coperture in avorio ed ebano eccessivamente usurate sono state sostituite. Sono stati ricostruiti i primi otto tasti della tastiera del Grand´Organo per potere così riattivare la “controttava” del somiere Bianchi e le grandi canne di mostra poste sui torrioni laterali, così come i primi otto tasti ritornellanti della tastiera dell´Organo Espressivo.
La pedaliera è stata ricostruita in legno di noce, in stile Bianchi, a leggio con 21 pedali con estensione DO1 - SI2 e prima ottava in sesta. L´ultimo pedale aziona la Terza Mano. Si è seguito il modello per forme, caratteristiche essenza di legno dell´organo Bianchi conservato nella Parrocchia di Pecetto (AL) del 1875 opus n° 49, attualmente in restauro presso il nostro laboratorio.
I 5 mantici a lanterna e il piccolo levascosse sono stati impellati a nuovo sia all´interno che all´esterno con l´utilizzo di pelle di montone morbida.
La manticeria inoltre è stata perfezionata con la costruzione di un nuovo mantice levascosse, di forme, misure ed essenza di legno analoghe a quello già esistente; le condotte portavento sono state impermeabilizzate nelle giunture con l’ausilio di pelle di agnello e verniciate con bolo rosso come in origine.
Le catenacciature di tastiera, pedaliera e registri sono state pulite dalle numerose ossidazioni presenti sia nelle parti in ferro che in legno riportandole al primitivo funzionamento mediante l’eliminazione di laschi e giochi eccessivi, riducendo in tal modo la rumorosità senza compromettere il tocco del tasto.
I catenacci sono stati collegati riutilizzando nel limite del possibile i tiranti originali opportunamente puliti e raddrizzati. Dove necessario sono stati costruiti nuovi, di spessore uguale a quelli esistenti.
Grande impegno è stato profuso nella completa ricostruzione e modifica di buona parte della meccanica trasmissiva, a causa dello spostamento del somiere Lingiardi nella parte inferiore della cassa, quindi con conseguente ridistribuzione del somiere dei Timpani, del Corno Dolce e del Principale 16´ (dal DO1 al SI24). I catenacci in ferro sono stati tutti forgiati a mano e legati con cuscinetti in ottone, seguendo il modello di quelli presenti; questa notevole modifica strutturale delle componenti dell´organo è stata resa ancor più complessa a seguito dell´inserimento della enorme putrella all´interno della cella organaria atta a consolidare la facciata principale della Basilica; operazione strettamente necessaria ma alquanto invasiva.
Le canne sia di legno sia di metallo, al momento dello smontaggio, sono state accuratamente riordinate facendo particolare attenzione a ricomporre i vari registri secondo una corretta successione, aiutati dalla tipiche segnature di Bianchi e Lingiardi, studiando invece quelle di Hermans e rilevandone segnature nel piede o nel corpo; dopo la catalogazione sono state pulite, lavate con acqua e sapone neutro, rimesse in forma e saldate negli squarci con saldature sottili e piatte. E’ stata nostra premura non pregiudicare la lettura di segnature di ogni genere. Tutte le canne sono state registrate con la massima precisione nei livellamenti delle anime, nella luce presente tra il labbro inferiore e superiore, nella luce tra il labbro inferiore e l’anima e nel foro di apertura d’aria al piede. Le canne ad ancia sono state completamente smontate in tutte le componenti, pulendo accuratamente i canaletti, le ance e contrance, le grucce scorrevoli, riportando il tutto all’originale efficienza.
Le canne di legno, dopo il trattamento antitarlo, sono state incollate nelle giunture dove necessario e riverniciate con bolo rosso, riportandole alla primitiva sonorità.
Sono state ricostruite le canne della “controttava” per i registri presenti sul somiere (canne n°112), i Corni da caccia di tuba dolce nei soprani, il Violone nei bassi, il Flauto in XII e i Campanelli nei soprani nella classica forma a coppetta prendendo come esempio gli organi costruiti dallo stesso Bianchi a Mandrogne (AL) nel 1853 opus n° 3 e Frugarolo (AL) nel 1854 opus n° 6. E´ stata inserita anche la Grancassa, il Piatto, ed il Sistro di campanelli completi di relativa meccanica forgiata a mano, oltre che gli Usignoli completi di somierino.
A seguito di dette operazioni con grande impegno si è provveduto alla ricollocazione nella sede di origine di tutto il canneggio operando nel pieno rispetto dei parametri di intonazione originali, curando il transitorio di attacco, la pronuncia e l’intensità che sono stati più volte controllati prima di procedere all’accordatura definitiva, apparsa equalizzata, nell’intento di riportare alla luce la sonorità del grandioso strumento.

Ci sembra doveroso a questo punto esporre alcune considerazioni pratiche derivate dalla lettura dello strumento riguardo la fonica più antica conservata nel monumentale organo, materiale che riteniamo senza dubbio appartenere a Hermans.
Almeno tre sono i punti che ci hanno incuriosito e impressionato favorevolmente.
Il primo riguarda le canne di metallo di tutti i registri che presentano un restringimento nel corpo verso la sommità favorendone una conicità più accentuata nei registri gravi ma presente anche nelle file di Ripieno!
Nel Principale, definito dallo stesso Lingiardi di “mirabile intonazione”, questo particolare è più evidente e il risultato fonico generale scaturito da questo importante dettaglio è quello di un suono deciso, intenso, severo ma nello stesso tempo brillante grazie al taglio della bocca delle canne acute, sonorità questa piuttosto lontana da quella in voga in Italia all´epoca.
Decisamente interessante è la tracciatura verticale che delimita la larghezza della bocca formata da una sorta di doppia tracciatura con conseguente effetto di schiacciamento triangolare, particolare peraltro impiegato e messo in atto dallo stesso Bianchi nelle integrazioni da lui effettuate in occasione della ricostruzione del 1852; questo dettaglio più evidente nel Bianchi piuttosto che nell´Hermans favorisce una maggiore stabilità del labbro inferiore e superiore con conseguente mantenimento dei corretti allineamenti della bocca nel tempo.
Da non sottovalutare inoltre è la lunghezza dei piedi delle canne, decisamente elevati e fuori dagli schemi, contrariamente ad esempio a quanto utilizzato dalla scuola napoletana dove le canne gravi presentano piedi molto corti per ottenere evidentemente effetti diversi. Per quanto concerne le canne di Hermans portiamo come esempio quelle del Ripieno e del Cornetto con piede di 26 cm e le canne gravi del registro Ottava e Flauto in ottava con piede di 30 - 45 cm; il tutto garantisce una maggiore stabilità delle stesse sul somiere e una migliore espressione del suono con turbinio d´aria nel piede quasi inesistente.
Altro particolare di rilievo è l´analisi delle inclinazioni delle anime, differenti da registro a registro,che varia dai 45° per il Principale, Voce Umana e Cornetto, ai 40° - 50° per l´Ottava e arriva ai 35° per le file di Ripieno, dati non molto lontani da quelli praticati dalla tradizione organaria ligure che non a caso ha respirato sana aria fiamminga.

Fratelli Marin
Raffaele e Paolo Marin

Si ringrazia per il determinante finanziamento che ha reso possibile l´intero restauro la Compagnia di San Paolo.

Si ringraziano Paolo Galinta e Nino Silvestri per le referenze fotografiche.

Si ringrazia il Dott. Giancarlo Bertagna per la proficua collaborazione.

Alla consolle il M° Fabrizio Callai, titolare dell´organo monumentale. Registrazione effettuata in occasione del concerto di collaudo tenutosi il giorno 11 ottobre 2011.

"I tre brani di Zipoli vengono eseguiti utilizzando unicamente i registri seicenteschi dell´organo Hermans. In particolare si sottolinea che lo Zipoli, organista della Chiesa del Gesù in Roma, suonava proprio su un organo costruito nel 1679 dallo stesso Hermans di cui oggi, purtroppo, rimane forse la sola cassa lignea".

"Il secolo XVIII è rappresentato dall´Anonimo veneziano in cui fa bella mostra di sè il registro del Cornetto". 

"Domenico Bellando era titolare dell´organo Bianchi della Cattedrale di Genova (l´ultimo da lui progettato e terminato dal capofabbrica Domenico Tagliafico in seguito alla morte del Bianchi stesso), primo insegnante di organo nel Civico Istituto di Musica di Genova ed in seguito, nel 1917, organista onorario del grande organo Tamburini della Insigne Collegiata di N.S. delle Vigne". A cura del M° Fabrizio Callai.

Primo video. 

D. Zipoli (1688 - 1726) dalle "Sonate d´Intavolatura d´Organo e Cimbalo". Canzona

Secondo video.

D. Zipoli (1688 - 1726) dalle "Sonate d´Intavolatura d´Organo e Cimbalo". All´Offertorio.

Terzo video.

D. Zipoli (1688 - 1726) dalle "Sonate d´Intavolatura d´Organo e Cimbalo". All´Elevazione I.

Quarto video.

Anonimo Veneziano (s. XVIII). Sonata.

Quinto video.

G. Galimberti (18?? - 1909). Sinfonia.

Sesto video.

D. Bellando (1868 - 1923). Offertorio.

Settimo video.

Gli studenti dell´Accademia Ligustica di Genova - Rodolfo Marin, Valeria Ruda, Lorenzo Galletti - hanno realizzato un video di presentazione sull´organo Hermans della Basilica di Carignano per un progetto di "Teoria e metodo dei mass media".