Serassi Giuseppe AntonioBeata Vergine Assunta
Parrocchia Beata Vergine Assunta – Viguzzolo (AL)
Organo Giuseppe Antonio Serassi 1817 opus n° 359.
Organo a trasmissione meccanica.
Tastiera scavezza di 50 tasti (DO1 - FA5). Tasti diatonici ricoperti in ebano, tasti cromatici in osso.
Pedaliera a leggio in sesta, in noce di 17 pedali (DO1 - SOL#2); due ulteriori pedali azionano Terzamano e Timballone.
Due pedali, posti lateralmente a destra della pedaliera per Combinazione libera alla lombarda e Tiratutti del Ripieno.
Somiere maestro in noce del tipo a vento
Registrazione:
- Principale I° bassi
- Principale I° soprani
- Principale II° bassi
- Principale II° soprani
- Ottava bassi
- Ottava soprani
- Duodecima
- Quinta decima
- Decima nona
- Vigesimaseconda
- Quattro di ripieno
- Contrabassi con rinforzi
- Cornetto VIII e XII
- Cornetto XV e III
- Fagotto bassi
- Tromba soprani
- Viola bassi
- Corni da caccia soprani
- Flauto traverso soprani
- Flauto in ottava
- Flagioletto bassi
- Flagioletto soprani
- Voce umana soprani
- Timballi in c.d.g.a.
Temperamento: Vallotti.
Per le misure delle canne ed ogni particolare costruttivo ci si è avvalsi degli negli organi Serassi della Chiesa di S. Filippo Neri (GE) 1816, della Chiesa di Marinasco (SP) 1822, della Parrocchiale di Borzonasca (GE) 1821.
La cassa è stata completamente ricostruita in occasione del restauro.
Si ringrazia per il finanziamento che ha reso possibile il restauro la Compagnia di San Paolo.
Collaudo dei lavori di restauro – a cura dei M° Arturo e Eugenio Sacchetti.
In data 27 febbraio 2011 alle ore 16 si è tenuto il collaudo dell´organo storico costrutto dai maestri d´organi Fratelli Serassi di Bergamo nel 1817 con l´attribuzione del numero d´opera 359 e restaurato dalla bottega organaria Fratelli Raffaele e Paolo Marin di Lumarzo (GE).
La perizia ha avuto due fasi distinte: la prima consistente nell´analisi meticolosa e dettagliata dello strumento in tutte le sue particolarità strutturali e sonore compiuta da Arturo ed Eugenio Sacchetti, la seconda incentrata sul concerto d´organo offerto da Eugenio Sacchetti comprendente musiche di Giovanni Morandi, Padre Davide da Bergamo, Vincenzo Antonio Petrali, Polibio Fumagalli e Lorenzo Perosi.
Occorre sottolineare, ai fine di una appropriata stima dell´organo restaurato, che lo stesso trovavasi al momento dell´intervento in una situazione assai compromessa, carente di parecchie canne lignee del Contrabbasso e ad anima del Flauto traverso soprani ed orbo dei registri Cornetto soprani a quattro file (VIIIa, XIIa, Xva, XVIIa), Flagioletto soprani, Flagioletto bassi, Principale II soprani, Corni da caccia soprani, Trigesima terza, Trigesima sesta, Fagotto bassi, Tromba soprani.
Ne consegue che l´opera di ricostruzione, divenuta indispensabile, è stata condotta attraverso un´indagine attuata su organi coevi serassiana (chiesa di San Filippo Neri in Genova, 1816; chiesa parrocchiale in Borzonasca (GE), 1821; chiesa parrocchiale in Marinasca (SP), 1822).
Statisticamente trattasi, quindi, di un ripristino suffragato dal rapporto tra il materiale originario, 513 canne, e quello ricostruito, 437. Acconto agli interventi ricostruttivi si annoverano i seguenti atti: smontaggio e restauro del somiere, ricostruzione della consolle (tastiera e pedaliera), della rastrelliera dei registri, delle stanghe (Combinazione libera alla lombarda, Tiratutti per il Ripieno), della manticeria, della catenacciatura, della cassa lignea ispirata a quella dell´organo della chiesa di San Bartolomeo Apostolo in Borzonasca (a ura di Salvatore Grasso), realizzazione dell´intonazione (pronuncia, transitorio d´attacco, intensità) ed accordatura, allineate al diapason 438 Hz = la 3 con pressione del vento di alimentazione delle canne a 48 mm, in colonna d´acqua.
L´impegno profuso dalla bottega organaria Fratelli Marin è incondizionatamente da approvare per l´accuratezza dell´intervento, per la meticolosità delle ricostruzioni, per il rispettoso gesto di conservazione del materiale serassiano, per la sensibilità espressa nell´intento di dare nuova vita ad uno strumento fortemente compromesso dall´usura del tempo e dai funesti interventi pregressi. Il concerto, connotato da scelte impegnative ed in sintonia con la personalità dell´organo, ha consentito ad Eugenio Sacchetti di saggiare tutta la potenzialità del manufatto e di verificarne la stabilità ed il mantenimento dell´efficienza.
Ora il sacro tempio potrà avvalersi di un testimone storico che darà lustro alle sacre celebrazioni e concorrerà a tradurre splendidamente il sigillo ad maiorem Dei gloriam.
Maestro Eugenio Sacchetti
Maestro Arturo Sacchetti
Si ringrazia il Sig. Renato Lisini per le referenze fotografiche.